I bambini sono i primi beneficiari perché la scuola da sempre, in ogni cultura e in ogni nazione è legata al concetto di sviluppo. Perché la scuola potrà fornire quegli elementi di conoscenza di base e permettere ai ragazzi di crescere, di imparare un mestiere e dare quindi prospettive di sviluppo alla comunità. Saranno circa 700 (la costruzione si articola in 9 aule, per 40 bambini ciascuna, con affluenza in due turni, mattina e pomeriggio), dai 6 ai 15 anni.
Paese: Burundi Località: Mahonda prov. Di Muyinga Responsabile e Referente: Don Runditse Emmanuel (parroco di Majano) Contesto Generale:
Il Burundi è uno degli stati della regione dei grandi laghi nell’Africa centrale. Il suo territorio, la cui superficie è di 27.830 Kmq, è formato quasi completamente da altipiani e da rilievi minori coperti da pascoli naturali. La capitale è Bujumbura con oltre 380.000 abitanti.
È una repubblica parlamentare con una popolazione di circa 9 milioni di abitanti. L’indice di sviluppo umano lo colloca al 178° posto su 187 paesi elencati nell’HDI ranking 2013. Il tasso di povertà è stimato al 83,2% in ambito rurale e al 41% in quello urbano. Il 67% della popolazione è cattolica. Il paese è stato una colonia tedesca dal 1885 fino alla prima guerra mondiale, poi, dal 1919 protettorato belga sino al 1960, quando le lotte dei vari movimenti indipendentisti hanno portato alla nascita delle Nazioni Africane. La popolazione è essenzialmente costituita da 2 etnie: i Tutsi o watussi, pastori di origine camitica (15%), e gli Hutu (84%), popolazione agricola di origine Bantù. Durante la colonizzazione i Tutsi costituivano la classe dirigente locale, mentre gli Hutu erano quasi completamente esclusi dal potere. Ciò ha determinato una situazione di odio e tensione tra le due etnie, che è esplosa nel momento della indipendenza dai colonialisti europei. Invero dal 1 luglio 1962, data in cui il Belgio concesse l’indipendenza al paese, si sono susseguiti continui colpi di stato, avvicendamenti di governi, assassinii di presidenti e massacri della popolazione, che hanno causato migliaia di morti. Si stima che in un solo decennio siano state uccise oltre 300.000 persone. I momenti di pace sono stati pochi e brevissimi, con le conseguenze, documentate dai media, di fame, violenze, banditismo, abusi sessuali, uso e diffusione di droga e di malattie, in particolare di AIDS. Il paese è nel caos amministrativo e la corruzione è altissima. Esiste una poco efficace polizia anticorruzione. Sui giornali locali alla data del 05/03/11 si legge che “il Burundi è uno dei cinque paesi più corrotti,(nella comunità dell’Africa Orientale), guidato da uno dei cinque presidenti più corrotti, il più pigro del pianeta.” Il 90% della popolazione vive essenzialmente delle sue risorse agricole, sfruttate ancora con metodi tradizionali (zappa e roncola). I prodotti più consumati sono i fagioli e la manioca; di quest’ultima esistono più di dieci ricette, in particolare come polenta e, come pasto principale della popolazione burundese, può essere paragonato alla pasta italiana. Oltre il 70% vive al di sotto della soglia di povertà assoluta di 1 dollaro per persona al giorno. I giovani sotto i 15 anni sono circa il 45% della popolazione, il 60% quelli sotto i venti. L’aspettativa di vita media è di 41 anni per gli uomini, di 43 per le donne.
Contesto locale:
La zona di Mahonda , ubicata nella provincia di Muyinga, é una regione dimenticata e con tanti problemi. Una zona senza ricchezza particolare e senza strade (ci si può arrivare in auto solo attraverso una strada sterrata). Sono tanti i bambini che non vanno a scuola, a causa della grave carenza di infrastrutture scolastiche. La zona infatti è priva di strutture scolastiche. I pochi bambini che vanno a scuola affluiscono agli istituti che si trovano a Munagano e a Rugari, sovraffollando le uniche aule esistenti nella zona. A parte questi pochi fortunati, nella zona regna l’analfabetismo più totale. Sono circa 900 i bambini residenti in zona che non hanno accesso ad alcuna forma di istruzione. Da questa breve analisi della situazione, appare evidente che la popolazione residente in questa zona è priva di ogni accesso allo sviluppo. Chi ne paga maggiormente le spese sono, come quasi sempre accade, i bambini. Perché non vanno a scuola, perché vanno a lavorare, perché sono ostaggi di un sistema che non li bada, perché scappano di casa e vanno a morire nella città, dove la massa è concentrata a sopravvivere e non bada a loro. Perché non può. Trasformare il bisogno in una opportunità, vuol dire garantire loro l’accesso alla scuola, ed investire nel loro futuro, nella speranza che un’educazione scolastica possa portare nuove idee e nuove possibilità in questa zona, dimenticata anche dallo stato. È chiaro che il tutto non si ferma qui. I passi successivi saranno quelli di avviare la costruzione di un ciclo di scuole professionalizzanti (agraria, falegnameria, carpenteria, cucito). Dagli incontri con la gente del posto, emerge chiaramente che questi sono pensieri molto lontani: per loro il sogno sarebbe anche solo vedere tutti i bambini frequentare la scuola primaria.
Obiettivo del progetto:
Costruire una scuola, utilizzando l’opera come cantiere di stage per i giovani che hanno l’istruzione (o magari solo l’età) per imparare un mestiere. Pochi insegnanti per dirigere il cantiere e molti allievi ad imparare il mestiere di muratore.
Il progetto, la cui durata prevista è di un anno, verrà diviso in tre fasi:
A) Formazione dei giovani al mestiere di muratore;
B) Realizzazione dell’edificio scolastico durante il periodo di stage dei corsisti;
C) Rendicontazione del progetto.
Il progetto presenta garanzie di sostenibilità nel tempo. Infatti, al termine dei lavori di costruzione, la scuola verrà presa in carico dallo stato, che si farà garante del suo mantenimento, sia in termini retributivi del personale assegnato che per la spesa necessaria al suo mantenimento ed all’acquisto delle attrezzature utili alle attività educative e formative. I bambini saranno i primi beneficiari del progetto: saranno circa 700 dai 6 ai 15 anni. Coloro che potranno usufruire dei servizi offerti dalla nuova scuola provengono da un raggio di 4/5 km rispetto al sito del progetto, rispettivamente dai paesi di Mahonda, Ruyivyi, Gasasa, Munagano, Kavumu e Rugari, tutti villaggi sparsi su un territorio collinare privo di vie di collegamento e di mezzi di trasporto (le distanze vengono coperte a piedi). La scuola avrà comunque un criterio di selezione in ingresso: favorirà l’accesso all’istruzione primaria in via preferenziale alle bambine: ogni nuova classe dovrà essere composta per almeno il 70% da bambine. Questa scelta nasce dalla considerazione che la donna in Burundi ricopre un ruolo importante nell’economia della famiglia e della comunità, ma troppo spesso è ignorata all’interno delle istituzioni, sia locali che statali. Garantire alle donne un’istruzione è la via per riconoscerle un ruolo, una professione, per garantirle la dignità di persona ed anche una professionalità che sia sussistenza.
Costo del progetto:
Missiòn Onlus contribuirà alla spesa del progetto, il cui costo totale è di 41.000,00 Euro, con la somma di 5.000,00 EURO.
Puoi contribuire a questo progetto con una offerta libera nei seguenti modi:
In contanti passando in sede presso il Centro Missionario Diocesano in Via Treppo, 3 (III piano)
Conto Corrente Postale n° 65921272 Intestato ad Associazione Missiòn ON- LUS indicare nella causale: Microprogetto n° 02/15.
Bonifico Bancario sul seguente C/C: IBAN: IT60 I050 1812 0000 0000 0115 995 intestato ad Associ zione Missiòn ONLUS BANCA: Banca Etica – Treviso indicare nella causale: Microprogetto n° 02/15.