La missione di Rungu, affidata ai Missionari Comboniani nel 1963, é considerata la casa madre dei Comboniani in Congo. È terra di martiri: durante la rivoluzione dei “Simba” nel 1964 furono fatti prigionieri tutti i missionari e 4 di loro vennero uccisi.
Paese: Rep. Dem. del Congo
Località: Rungu – Diocesi di Isiro
Responsabile e Referente:
Fr. Duilio Plazzotta
(Comboniano di Ligosullo)
Contesto generale:
Situata nel cuore del continente africano, la R.D. del Congo ex Zaire, occupa buona parte del bacino del fiume Congo, ed ha un piccolo sbocco sull’Oceano Atlantico. Le regioni centrali e settentrionali sono coperte da foreste pluviali e scarsamente abitate. In questa zona vengono effettuate colture di sussistenza. Nel sud-est si eleva un altipiano che a Shaba raggiunge i 1.000 m di altitudine. Qui si trova la grande ricchezza mineraria del paese: rame, zinco, stagno, oro, cobalto, uranio. Intorno alle miniere si concentra l’industria locale. Nel sud, coperto da savane, vive la maggior parte della popolazione. Si producono cotone, arachidi, caffè e canna da zucchero, oltre al caucciù e alla palma da olio. A est si trovano le maggiori miniere d’oro del mondo, e una grande quantità di petrolio. Inoltre ci sono più della metà delle riserve mondiali di coltan, un minerale usato per i microchip dei telefoni cellulari e dei computer, e che, talvolta, costa all’oncia più dell’oro.
La storia del Paese è molto complessa. Dal XIV sec. regno e colonia a tempi alterni sotto l’influenza del Portogallo e dell’Olanda sino al 1885, quando la regione venne assegnata al re del Belgio, che ne fece uno stato indipendente quale sua proprietà personale, assumendo il titolo di re del Congo. La produzione e la raccolta del caucciù fece la fortuna di re Leopoldo. Nel 1908, dopo le proteste di un movimento di opinione che coinvolse migliaia di persone sia in Europa che negli Stati Uniti, Leopoldo II rinunciò al suo possesso privato e inserì il Congo nel novero delle colonie belghe. Questo diede origine a un forte afflusso di coloni dall’Europa, data la grande ricchezza del paese. Lo stato belga costruì strade aeroporti e ferrovie. Nella seconda metà del XX sec., a seguito dell’avvento delle indipendenza africana causata dall’impossibilità delle potenze europee di mantenere costosissimi imperi coloniali, la situazione degenerò, si moltiplicarono le lotte intestine e il Belgio, non avendo più la possibilità di gestire direttamente un impero così vasto e complesso, nel giugno del 1960 concesse l’indipendenza al Congo, di cui divenne primo ministro Lumumba, uno dei principali protagonisti della lotta per l’indipendenza. Tuttavia, data la complessità demografica ed etnica del territorio, la realizzazione dell’indipendenza, fu tutt’altro che facile. Dal 1960 a tutt’oggi il Paese ha attraversato numerosi periodi di crisi, conseguenti a conflitti interetnici, dietro i quali sovente si nascondevano interessi di potenze economiche straniere e potentati locali, guerre civili, colpi di stato militari, guerre con gli stati confinanti, alleanze varie con Stati europei ecc. Conflitti e guerre che hanno causato morti, carestie e malattie nella popolazione. Ancora oggi la Repubblica Democratica del Congo continua a vivere in un clima particolarmente instabile, pur avviandosi lentamente verso la democrazia. Tuttavia, mentre la zona occidentale del paese, compresa la capitale Kinshasa, con i suoi oltre 9 milioni di abitanti, non è più teatro di scontri e manifestazioni violente come il passato, nelle provincie orientali persiste la presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali, che effettuano incursioni e razzie nei villaggi con conseguenti massacri di civili. Nonostante questa situazione in Congo la maggior parte delle morti non è provocata dalle violenze del conflitto in corso, ma piuttosto dalla malnutrizione e dal collasso delle strutture sanitarie. Si calcola che l’attuale crisi che affligge il paese uccida circa 38.000 persone al mese.
Contesto locale:
La missione di Rungu, affidata ai Missionari Comboniani nel 1963, é considerata la casa madre dei Comboniani in Congo. È terra di martiri: durante la rivoluzione dei “Simba” nel 1964 furono fatti prigionieri tutti i missionari e 4 di loro vennero uccisi. Si trova nella parte nord-orientale del Congo quasi al confine con il Sudan, nella Provincia di Haut-Uele, che si estende tra le foreste equatoriali e la savana e la cui risorsa principale è il caffè. La capitale della provincia è Isiro con 150.000 abitanti.
Rungu, è una comunità di circa 10.000 abitanti, ed è uno dei sei territori della provincia. Attualmente è anche il rifugio di molti sfollati scappati dalla zona di Dungu, dove i ribelli ugandesi della LRA (Lord’s Resistance Army), un gruppo terroristico ben formato alla guerriglia “mordi e fuggi”, tengono in scacco i soldati congolesi e commettono ogni genere di atrocità utilizzando in larga misura bambini soldato rapiti da scuole e villaggi Ugandesi.
Fr. Duilio Plazzotta, che si occupa sin dal 2004 della promozione umana nella missione, nel 2006 ha istituito una scuola elementare per bambini sordomuti al fine di permettere loro di capire e di imparare a leggere e a scrivere per poi poter fare qualcosa di utile nella vita. Oggi la scuola, intitolata a P. Giuseppe Ambrosoli, sacerdote e medico comboniano in Uganda, opera con 20 alunni e 3 insegnanti. Inizialmente F. Duilio ha trovato difficoltà a far integrare i piccoli sia per le differenze di età sia per il fatto che nessuno di loro aveva avuto esperienza scolastica e mantenevano atteggiamenti di difesa. Inoltre gli stessi genitori non erano favorevoli alla loro scolarizzazione. La stessa gente di Rungu indicava i bambini sordomuti in Lingala (una delle lingue ufficiali) come “buba” cioè “tonti” e spesso erano oggetto di scherno. Oggi la gente di Rungu e dintorni vede gli “Ambrosoliensis” come ragazzi che hanno grandi capacità, perché sviluppano altre qualità e sono normalmente più impegnati e interessati nello studio e nelle attività pratiche dei loro coetanei delle scuole normali: sono ammirati e rispettati da tutti. Anche le autorità civili e religiose guardano con interesse e curiosità alla scuola e ne seguono i risultati. La scuola, seppur piccola, è diventata punto di riferimento per l’attenzione ai bambini meno fortunati a causa di Handicap. Ora i piccoli costituiscono un gruppetto di ragazzi felici, integrati e realizzati che chiedono un loro spazio nella società, sono in grado di mettere in risalto i propri talenti e frequentano con entusiasmo la scuola presentandosi anche in largo anticipo sull’orario di inizio. Gli stessi genitori oggi comprendono l’importanza della scuola, scoprendo le capacità di cui sono dotati i loro bambini. È stato loro insegnato il linguaggio gestuale, affinché possano meglio interloquire con i loro figli.
Inoltre, poiché gli alunni provengono da famiglie cristiane, la scuola provvede anche alla loro formazione cristiana per introdurli e prepararli, attraverso il linguaggio dei gesti, alla conoscenza delle Scritture, all’incontro personale e comunitario con la Parola di Dio e i Sacramenti. In questi primi quattro anni di attività della scuola tutti gli alunni si sono impegnati seriamente nello studio e nelle attività, con risultati più che soddisfacenti.
Obiettivo del progetto:
Visti gli obiettivi raggiunti in questi quattro anni, e tenuto conto dell’importanza dell’iniziativa, si ritiene opportuno che la scuola continui la sua attività.
Tuttavia visto che le difficoltà sono tante, principalmente quelle economiche: lo stipendio delle insegnanti è circa di 3.000 euro all’anno, lo Stato non solo non da collaborazione, ma impone tasse, rendendo ancora più pesante la gestione. In questi primi anni la comunità comboniana si è fatta carico di buona parte delle spese, ma ora ha chiesto al COE (Ceontro Orientamento Educativo, una ONG di Barzio – Lecco) di assumere la supervisione della scuola. Il COE ha accettato a condizione che altri sostengano la spesa per gli stipendi degli insegnanti. Fratel Duilio ha quindi chiesto un aiuto per garantire la continuità della scuola.
Costo del progetto:
Missiòn Onlus sostiene il progetto finanziando per tre anni gli stipendi degli insegnanti per un totale di 7.500,00 Euro ( 2.500,00 all’anno).