Il progetto di sostegno a distanza “Adottiamo… una culla” ha la finalità di sostenere i bambini ospiti di un orfanotrofio di Santo Amaro, alla periferia di San Paolo, in Brasile dove dal 1992 svolge il suo apostolato suor Natalia BENETTON, dell’istituto delle Suore della Visitazione.
Nell’aprile del 1975, rispondendo ad un appello al quale “tutti siamo chiamati…”, un gruppo di sposi cristiani hanno fondato la “Associaçao Crista de Casais”, con la finalità di servire i propri fratelli nella persona dei più piccoli e con lo scopo di accogliere bambini abbandonati o appartenenti a famiglie in gravi difficoltà; in ogni caso si tratta di bambini soli, ammalati, maltrattati, respinti – a volte – sin dal seno materno.
I bambini che vengono accolti vanno da zero a uno/due anni d’età e rimangono nell’Istituto finché il Tribunale dei Minori risolve le varie situazioni con il reinserimento in famiglia o con l’adozione. I problemi di questi bambini sono moltissimi, da quelli legali a quelli di salute. Molti di questi piccini sono figli di tossicodipendenti, di alcolisti, hanno subito maltrattamenti, sono denutriti, disidratati… alcuni presentano malformazioni che richiedono mesi e mesi di cure.
Ci sono poi i problemi economici legati ai costi che l’assistenza e le cure di questi bambini impongono; per questo, anche se le richieste sono moltissime, l’Istituto non può ospitare più di 25-30 bambini. L’Istituto non riceve sovvenzioni governative e tutto è affidato alla generosità dei benefattori.
Il progetto di sostegno a distanza “Adottiamo… una culla” ha la finalità di sostenere i bambini ospiti di un orfanotrofio di Santo Amaro, alla periferia di San Paolo, in Brasile dove dal 1992 svolge il suo apostolato suor Natalia BENETTON, dell’istituto delle Suore della Visitazione.Nell’aprile del 1975, rispondendo ad un appello al quale “tutti siamo chiamati…”, un gruppo di sposi cristiani hanno fondato la “Associaçao Crista de Casais”, con la finalità di servire i propri fratelli nella persona dei più piccoli e con lo scopo di accogliere bambini abbandonati o appartenenti a famiglie in gravi difficoltà; in ogni caso si tratta di bambini soli, ammalati, maltrattati, respinti – a volte – sin dal seno materno.I bambini che vengono accolti vanno da zero a uno/due anni d’età e rimangono nell’Istituto finché il Tribunale dei Minori risolve le varie situazioni con il reinserimento in famiglia o con l’adozione. I problemi di questi bambini sono moltissimi, da quelli legali a quelli di salute. Molti di questi piccini sono figli di tossicodipendenti, di alcolisti, hanno subito maltrattamenti, sono denutriti, disidratati… alcuni presentano malformazioni che richiedono mesi e mesi di cure.Ci sono poi i problemi economici legati ai costi che l’assistenza e le cure di questi bambini impongono; per questo, anche se le richieste sono moltissime, l’Istituto non può ospitare più di 25-30 bambini. L’Istituto non riceve sovvenzioni governative e tutto è affidato alla generosità dei benefattori.
Tu sei mio amico
Signore, tu sei mio amico.
Me lo vado ripetendo ogni giorno:
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.
tu sei mio amico.