I friulani nella Parrocchia di Castelmonte a Buenos Aires

57° dell’Unione Friulana Castelmonte e 51° dell’arrivo della statua della Vergine

di don Luigi Gloazzo - Direttore Centro Missionario di Udine

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Nella vita ci sono 2 momenti diversi e complementari che la rendono umana: l’esperienza, quello che viviamo, e la riflessione su di essa, tramite la memoria. Perciò non basta solo vivere il presente, ma è importante anche riflettere su quanto si è vissuto e celebrare con fede per consolidare il senso del vissuto. Ci sono degli eventi che noi riconosciamo come fondamentali e abbiamo dei segni, delle immagini, dei tempi che ce li ricordano e li attualizzano. Celebrare 50 anni dall’arrivo dell’immagine della Vergine Maria di Castelmonte mi fa venire in mente al significato profondo che ha oggi questo evento del passato per chi lo ha vissuto e per coloro che oggi fanno parte della grande famiglia dell’Unione Friulana Castelmonte.

Il pensiero di avere un segno che ricordasse la nostra/vostra terra dove siete nati e cresciuti, l’aver pensato ad una immagine popolare che identifica la nostra fede e la nostra speranza, l’aggancio alla tradizione religiosa e spirituale del nostro popolo, l’attesa del suo arrivo in terra argentina, l’accoglienza al porto e l’accompagnamento fino a Pablo Podestá con tutti gli onori che si attribuiscono alle persone importanti, la festa e la celebrazione solenne con la gioia e l’emozione dei cuori, fanno pensare che l’evento vissuto 50 anni fa ha a che fare con la vostra esperienza di migranti, con l’eredità che lascia e le aspirazioni profonde del cuore umano, eterno migrante.

In fondo il viaggio della Vergine è stato come la riedizione del vostro viaggio di emigranti dal Friuli a Buenos Aires. Forse anche voi avete avuto o avete desiderato che qualche amico o parente fosse ad aspettarvi ed accogliervi. Non sapevate allora come si sarebbe evoluta la vostra vita e avete coltivato più speranze che certezze per molto tempo. Si può dire anche dell’immagine della Vergine di Castelmonte. Lei ha avuto chi l’ha pensata da lontano (il Paese che vi ha accolto), l’ha collocata nella casa di tutti (il Santuario, edificato sul terreno dell’Unione), l’ha festeggiata e continua a pregarla e visitarla ad ogni incontro tra amici e famiglie.

Credo che la Madonna di Castelmonte e il Santuario siano memoria tangibile di quanto i Friulani contribuiscono all’edificazione di una società e una Chiesa aperta a tutti i popoli della terra. Le persone portano con sé, ovunque vadano/emigrino, il proprio modo di pensare e vivere, la propria cultura materiale e immateriale. La persona umana, e in questo i Friulani sono maestri, la si conosce per quello che è capace di realizzare con la sua intelligenza e capacità espressiva. La nostra cultura apprezza chi sa fare, più di chi sa parlare, per cui anche l’Argentina, per merito/dono vostro, integra tra i suoi valori distintivi anche quelli Friulani.

Da un punto di vista religioso ed evangelico si può dire che sono parte integrante del dono che i Friulani hanno gratuitamente offerto al popolo argentino in un interscambio fruttuoso. Non è insignificante che l’immagine della Madonna di Castelmonte sia associata alle varie immagini della Madonna di tutto il Paese e continente. Queste esprimono la ricchezza e il sentire religioso del continente americano, che valorizza in maniera popolare ed armonico, le sfumature, i colori, le tradizioni spirituali e le bellezze di tutti i popoli.

Che in Argentina e nel continente Sud americano ci sia una presenza visibile della ricchezza spirituale e religiosa di quanto i Friulani hanno accolto e interiorizzato il Vangelo di Gesù Cristo, testimonia la vocazione e la partecipazione del popolo friulano alla costruzione di una società e di un mondo più fraterno. Siamo contenti e sereni perché questa presenza non si esaurirà mai, anche se dovesse scorrere nelle falde sotterranee della vita Argentina. Prima o poi riemergeranno e sgorgheranno acque limpide e fresche (i perenni valori umani e spirituali), come dalle sorgive della Bassa Friulana.

Da un sacerdote che è stato ospite grato dell’Unione l’augurio sincero: “Ad multos annos”! Che in criollo si può tradurre: “Que sigan por el buen camino”

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