Mons. Solari

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La storia del Vescovo emerito di Cochabamba, inviso al regime boliviano, ma apprezzato dal popolo, è raccolta nel libro di Ariel Beramendi, edito da Lateran University Press con il titolo «Tito Solari, la forza dell’umiltà. Storia di un pastore», che, nell’edizione italiana, dopo il successo in America Latina dell’originale in lingua spagnola, è stato presentato sabato 2 settembre 2017 nell’Istituto Bearzi a Udine.

 
 
 
 
PRESENTATO IL LIBRO SUL VESCOVO CARNICO
 

Mons. Solari, la forza dell’umiltà

 
 
 IL canovaccio di un film d’azione, che prende le mosse dalla nostra Carnia, da Pesaris per la precisione, all’inizio della seconda guerra mondiale, si sviluppa tra le violenze del regime fascista, le occupazioni dei tedeschi, dei cosacchi e gli eccidi di partigiani, per dipanarsi in diverse città italiane, tra le quali Venezia, Roma, Treviso e Trento, la Trento della contestazione studentesca del 1968 a Sociologia, e, infine, spiccare il volo verso San Carlos de Yacapanì e Cochabamba, tra i diseredati della Bolivia. 
Non è la trama del prossimo film di Tom Cruise, ma la storia del Salesiano Tito Solari, primo figlio maschio della famiglia Solari Capellari, nato dall’unione I di Alceo Solari, anticlericale convinto e titolare della fabbrica di orologi nota in tutto il mondo, e di Dorina Capellari, erede di una famiglia cattolicissima, che nel XIX secolo diede alla Chiesa Papa Gregorio XVI (1831-1846) e monsignor Giovanni Capellari, vescovo di Vicenza dal 1832 al 1860. 
La storia del Vescovo emerito di Cochabamba, inviso al regime boliviano, ma apprezzato dal popolo, è raccolta nel libro di Ariel Beramendi, edito da Lateran University Press con il titolo «Tito Solari, la forza dell’umiltà. Storia di un pastore», che, nell’edizione italiana, dopo il successo in America Latina dell’originale in lingua spagnola, è stato presentato sabato 2 settembre 2017 nell’Istituto Bearzi a Udine. 
A fare gli onori di casa non ha voluto mancare don Igino Biffi, direttore del Bearzi, che ha subito posto in rilievo la trama travolgente del libro, tale da costituire una delle letture preferite nei momenti di convivenza della comunità salesiana di Udine. Ma non poteva mancare, per un saluto introduttivo, nemmeno Sandro Del Missier, amico di Tito Solari da 63 anni, sin dai tempi dell’infanzia. È toccato poi all’autore, Ariel Beramendi, giovane sacerdote boliviano, collaboratore del Dicastero Vaticano per le comunicazioni, raccontare l’amicizia di diversi anni con il vescovo emerito di Cochabamba e la nascita dell’idea del libro in occasione della notizia di una diagnosi infausta per la salute di monsignor Solari, diagnosi poi rivelatasi, grazie a Dio, errata. 
Uno dei passaggi particolarmente toccanti della successiva testimonianza di Tito Solari è riferito ai 12 anni di ospitalità nel vescovado di Cochabamba offerta ad ammalati di tubercolosi, ex carcerati e prostitute. In proposito, il vescovo emerito ha sottolineato che questa esperienza, dono del Signore, gli ha consentito di conoscere l’umanità più umile e povera, come quella di un ammalato di Aids giunto agli ultimi suoi giorni, buttato fuori dalle carceri perché non lo volevano nemmeno là. «Quando, nel cuore della notte, ha bussato alla porta del vescovado – ha raccontato Solari – sentita la sua storia, gli ho chiesto “Come ti senti davanti a Dio?”. Mi ha risposto: “Come un verme”. Di rimando, ho solo aggiunto: “Se ti senti così, sei il figlio più amato da Dio, perché lui ama i più disperati”. Prima di congedarsi mi ha chiesto di riferire a sua madre che si sentiva la disgrazia della famiglia e perciò non l’aveva chiamata per il compleanno». 
Sarà certamente anche per episodi come questo che nel 2016 i boliviani hanno conferito a monsignor Tito Solari il premio speciale di papà dell’anno.
 
FLAVIO ZENI  

 

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