15-001 Stop Ebola -Sierra Leone

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La malattia da virus Ebola (EVD), precedente mente nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave, spesso fatale, con un tasso di mortalità di circa il 50%, che in passato ha raggiunto anche il 90%. Si manifesta con la comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola.

 Ebola: che cos’è e come si tratta  


La malattia da virus Ebola (EVD), precedente  mente nota come febbre emorragica da virus  Ebola, è una malattia grave, spesso fatale, con un  tasso di mortalità di circa il 50%, che in passato ha  raggiunto anche il 90%.   Si manifesta con la comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, dolori muscolari, mal di  testa e mal di gola. Sono i segni e sintomi tipici,  seguiti da vomito, diarrea, esantema, insufficienza renale ed epatica e, in alcuni casi, emorragia sia  interna che esterna.   
 I pazienti gravemente malati necessitano di terapia intensiva, sono spesso disidratati e hanno  bisogno di liquidi per via endovenosa o di reidratazione orale con soluzioni contenenti elettroliti.   Diversi vaccini sono in fase di sperimentazione, ma nessuno è disponibile per uso clinico in  questo momento. Tuttavia, trattamenti adegua  ti possono almeno curare i sintomi e garantire  ai pazienti la necessaria idratazione, e prevenire  complicanze tramite la somministrazione di anti  biotici e antimalarici.   
 

 Come si trasmette  

 
Un gruppo di ricercatori della Charité – Universitätsmedizin  Berlin, in Germania, dicono di avere  identificato la fonte della prima infezione del virus  che ha portato all’ultima epidemia: il “paziente  zero”. Tutto sarebbe partito da Emile Ouamouno,  un bambino di due anni della Guinea che sarebbe  stato infettato dal virus mentre giocava nei pressi  di un albero nel quale viveva una colonia di pipistrelli.  Se è vero che l’origine del virus non è nota,  sulla base delle evidenze disponibili sono infatti i  pipistrelli della frutta ad essere generalmente considerati  i probabili ospiti del virus Ebola.   Derivata dal contatto con animali infetti, l’epidemia  in Africa occidentale si è poi diffusa attraverso  la trasmissione da persona a persona: nei villaggi  e nelle zone più remote i contatti frequenti  tra ammalati e parenti hanno determinato la crescita  esponenziale dei contagi. L’aumentata mobilità  della popolazione locale e straniera sta contribuendo  a far viaggiare Ebola più facilmente.   Il ciclo vitale del virus fortunatamente è breve ma  in compenso la sua trasmissione è molto rapida  ed è veicolata dai fluidi corporei, come muco o  sangue, ma anche da sudore, lacrime o saliva, vomito o feci, oltre che dal contatto con aghi o coltelli  usati dall’ammalato.  Possono svolgere un ruolo nel contagio anche le  cerimonie funebri in cui le persone hanno contatti  diretti con il corpo del defunto che è altamente  contagioso. Le persone decedute per Ebola, infatti,  dovrebbero essere maneggiate con indumenti  protettivi e guanti ed essere sepolte immediatamente,  meglio ancora cremate.  L’epidemia può inoltre diffondersi nelle strutture  sanitarie, quando manca un adeguato controllo  delle infezioni e le condizioni igienico-sanitarie  sono insufficienti.   In ogni caso, bisogna ricordare che Ebola non si  diffonde con le modalità dell’influenza: anche per  chi abita o ha viaggiato nelle zone colpite il rischio  di infezione è basso, a meno che vi sia stata esposizione  diretta ai liquidi corporei di una persona o  di un animale contagiato, vivo o morto.  
 

1976-2015: la diffusione di Ebola  

 
Il virus è apparso la prima volta nel 1976 in due  focolai contemporanei: in un villaggio nei pressi  del fiume Ebola nella RD Congo, e in una zona re  mota del Sudan. Ma è a partire da dicembre 2013  che si è registrata l’epidemia più estesa, in alcuni  Paesi dell’Africa Occidentale, e in particolare Gui  nea, Liberia e Sierra Leone.   I casi finora (gennaio 2015) rilevati sono oltre  20.000, con più di 8.000 morti: l’epidemia più  geograficamente diffusa di sempre, e la più diffi cile in termini di gestione/controllo. Per la prima  volta, Ebola ha raggiunto le grandi città in quei  Paesi, richiedendo per controllarla uno sforzo  importante di cooperazione internazionale.   
 
 
 

 Emergenza Ebola in Sierra Leone  

 
Il Paese più colpito è stato finora la Sierra Leone, con   10.000 casi e 3.000 morti (fonte: http://www.economist. com/blogs/graphicdetail/2015/01/ebola-graphics).  Recentemente, a causa del virus, il governo di Freetown è arrivato alla decisione straordinaria di “cancellare” Natale e Capodanno, dichiarando cinque  giorni di isolamento per tutto il nord della Sierra  Leone (dove si sono registrati fino a 100 nuovi contagi al giorno) per limitare la diffusione dell’epidemia.


 Quaresima 2015: cosa possiamo fare 

La buona notizia è che negli ultimi giorni di gennaio  2015, l’epidemia di Ebola in Sierra Leone  appare relativamente sotto controllo. Questo non  significa che l’emergenza si possa dire conclusa,  nè che le persone abbiano le risorse per affrontare  lo strascico di problemi che Ebola ha portato,  e continuerà a portare anche molto dopo il suo  debellamento.  Chi vorrà offrire una donazione in occasione  della Quaresima 2015, sa che contribuirà a una  serie di fondamentali interventi – rivolti anche al  futuro, e al complicato periodo del “post-Ebola”  – individuati dagli stessi  Missionari che prestano  servizio sul territorio:  del personale dell’Ospedale Diocesano, chiusura per Contributo alle famiglie che hanno perso chi portava a casa i soldi per vivere  Incentivo economico rivolto alle famiglie che avviano una piccola attività che assicuri un’entrata duratura  Quaresima 2015: cosa possiamo fare  La buona notizia è che negli ultimi giorni di gennaio  2015, l’epidemia di Ebola in Sierra Leone  appare relativamente sotto controllo. Questo non  significa che l’emergenza si possa dire conclusa,  né che le persone abbiano le risorse per affrontare  lo strascico di problemi che Ebola ha portato,  e continuerà a portare anche molto dopo il suo  debellamento.  Chi vorrà offrire una donazione in occasione  della Quaresima 2015, sa che contribuirà a una  serie di fondamentali interventi – rivolti anche al  futuro, e al complicato periodo del “post-Ebola”  – individuati dagli stessi Missionari che prestano  servizio sul territorio: 

Contributo alle famiglie che hanno perso chi portava a casa i soldi per vivere Incentivo economico rivolto alle famiglie che avviano una piccola attività che assicuri un’entrata duratura   “Adozione” di pazienti indigenti dell’Ospedale Diocesano, l’Holy Spirit Hospitaldi Makeni  Contributo allo stipendio del personale dell’Ospedale Diocesano, a rischio chiusura per carenze economiche Acquisto generi alimentari per le famiglie in quarantena(21 giorni di isolamento) Contributo alle famiglie che “adottano” gli orfani asciati dall’Ebola  “Adozione” di pazienti indigenti dell’Ospedale Diocesano, l’Holy Spirit Hospitaldi Makeni  Contributo allo stipendio del personale dell’Ospedale Diocesano, a rischio chiusura per carenze economiche  Acquisto generi alimentari per le famiglie in quarantena(21 giorni di isolamento) Contributo alle famiglie che “adottano” gli orfani lasciati dall’Ebola  Come contribuire

 
Si può contribuire alla Campagna:  
•  in tutte le parrocchie della Diocesi 
•  Conto corrente postale: n° 65921272  Intestato a: Associazione Missiòn ONLUS 
•  Conto corrente bancario Presso:  Banca Etica – Succursale di Treviso  Viale Della Repubblica, 193/i – 31100 – Treviso  Intestato a : Associazione Missiòn ONLUS  IBAN: IT60 I050 1812 0000 0000 0115 995
 
Sono disponibili manifesti e dépliant per le parrocchie che vogliano  diffondere l’iniziativa: il materiale si può ritirare presso  l’Ufficio Missionario Diocesano, via Treppo 3, Udine.  
Per informazioni: uff.missioni@diocesiudine.it  
Ogni contributo è prezioso:  ad esempio, bastano…  
•  200€ per completare lo stipendio mensile di un dottore  dell’ospedale di Makeni 
•  100€ per comprare il cibo per una famiglia di 10 persone  durante l’intero periodo di quarantena 
•  50€ per sostenere per un mese una famiglia che ha adottato  un bambino rimasto orfano a causa di Ebola 
•  20€ per comprare per un mese il latte necessario a un  bambino denutrito 
•  10€ per curare una persona dalla malaria
 

 

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