06-003 Riabilitazione del Foyer della parrocchia di Mboko

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Ripristinare le condizioni per un riavvio della vita sociale e comunitaria compromesse a causa del recente conflitto.

1 Dati generali del progetto

 
1.1 Titolo
Riabilitazione del Foyer della parrocchia di Mboko
 
1.2 Paese: Repubblica Democratica del Congo
 
1.3 Località: Parrocchia di Mboko – Diocesi di Uvira – Bas Kivu
 
1.4 Settore di intervento: Scolastico
 
 
1.5 Responsabile e Referente
Don Fabio Varutti
Don Elia Leita.
 

2 Contesto

2.1 Situazione generale
2.1.A Situazione generale
La diocesi di Uvira comprende tre zone geografiche differenti:
· la zona lungo le sponde del lago Tanganika, chiamata Ubembe, dove convivono circa 14 tribù tra le quali ricordiamo i Babembe, i Barundi, profughi delle guerre civili del Burundi degli anni ’70, i Bavira e i Bafulero che abitano soprattutto la zona attorno ad Uvira e la pianura che dalla città si estende fino al confine con il Ruanda e Burundi, verso Kamagnola.
· La zona degli altopiani dove vivono i Banyamulenghe, tra i principali attori della guerra dei grandi laghi iniziata nel 1996.
· La zona più interna, tipicamente forestale, dove ci sono alcune parrocchie come Kamituga, Kitutu, Mwenga. Questa parte della diocesi è abitata prevalentemente dai Barega.
 
 
2.1.B Il contesto politico
La Diocesi di Uvira non può che essere fortemente legata ai problemi che la Repubblica Democratica del Congo ha vissuto in questi ultimi anni. Il paese si chiamò Congo Belga fino al 1960, anno in cui raggiunse l’indipendenza proclamando la Repubblica democratica del Congo; nel 1971 cambiò il nome in Zaire e nel 1997 ha assunto la denominazione di Repubblica Democratica del Congo. Ha una superficie di 2.344.885 km² e un’estensione costiera di 37 km; la sua capitale è Kinshasa.
Con uno dei tassi di crescita demografica più alti di tutta l’Africa, la Repubblica Democratica del Congo ha una popolazione di 53.624.718 abitanti (censimento del 2001) e una densità di 23 unità per km2, distribuiti soprattutto lungo il basso corso del fiume Congo e nelle alte terre orientali. La speranza di vita nel 2001 era di 48,9 anni.
La popolazione del paese, in maggioranza occupata nell’agricoltura, comprende più di 200 gruppi etnici, per l’80% di lingua bantu. Gruppi di origine sudanese vivono al nord; nilotici, pigmei e altre etnie sono presenti in varie zone del paese. I più numerosi sono i kuba, i bakongo, i mongo (tutti bantu) e i mangbetu-sandé (camitici). Ridotto è il numero degli europei rimasti.
Nel paese si parlano più di 200 dialetti e quattro lingue, lo swahili nell’est, il kikongo nell’area tra la capitale e la costa, lo tshiluba al sud, il lingala lungo il Congo. Il francese è la lingua ufficiale.
Circa il 75% della popolazione è cristiana, soprattutto di fede cattolica, ma numerosi sono anche i protestanti; diffusi sono i culti animistici e sette che professano forme di sincretismo religioso.
 
La Repubblica indipendente del Congo fu proclamata a Léopoldville il 30 giugno del 1960; Joseph Kasavubu fu nominato presidente, mentre Lumumba assunse la guida del governo. Il periodo che seguì l’indipendenza fu caratterizzato da violenti scontri originati da conflitti etnici e politici, nonché dall’intervento, non disinteressato e non sempre legale, delle multinazionali che sfruttavano le risorse del paese. Proprio con il sostegno di una multinazionale belga l’11 luglio 1960 Moïse Ciombe, leader della Conferenza delle associazioni del Katanga (Conakat), proclamò la secessione della provincia del Katanga e Lumumba chiese l’intervento dell’ONU.
Il 5 settembre 1960 Kasavubu destituì Lumumba e il 13 le forze dell’ONU si ritirarono, mentre l’esercito congolese, guidato dal colonnello Joseph-Desiré Mobutu, sostenitore di Kasavubu, assumeva il controllo del paese. Il 29 settembre il presidente Kasavubu affidò il governo a Mobutu. Lumumba fu assassinato, in circostanze mai chiarite, nel febbraio 1961.
Nel 1965 Mobutu depose Kasavubu e prese il potere. Nel 1970 fu eletto presidente. Nel 1971 il nome del paese mutò in “Zaire”.
Lo Zaire, con le sue enormi risorse minerarie, restò oggetto della rivalità franco-statunitense: fino all’ultimo la Francia accordò il proprio sostegno al presidente Mobutu e al suo regime corrotto (il patrimonio del presidente si calcolava in 10.000 miliardi accumulati in 32 anni di dittatura); gli Stati Uniti, al contrario, appoggiarono più o meno apertamente le forze di opposizione.
Tra queste si affacciò l’Alleanza democratica delle forze di liberazione del Congo-Zaire guidata da Laurent-Désiré Kabila, che, alla testa di un esercito di guerriglieri formato soprattutto di tutsi banyamulenge della regione del Kivu, avanzò verso la capitale chiedendo la resa incondizionata di Mobutu. Dopo lo scioglimento del Parlamento si intensificarono i tentativi di mediazione dell’ONU e del presidente sudafricano Nelson Mandela, che non ebbero alcun esito. Il 18 maggio 1997 i ribelli conquistarono la capitale Kinshasa, abbandonata pochi giorni prima da Mobutu.
Agli inizi del 1998 l’ONU ha accusato le truppe di Kabila per l’esteso massacro di civili perpetrato durante la lotta contro il regime di Mobutu. Nell’agosto 1998 è scoppiata la rivolta dei tutsi banyamulenge, che appoggiati da Ruanda e Uganda, hanno conquistato il Kivu e sferrato un attacco contro l’esercito di Kabila. Questi ha evitato la sconfitta solo grazie all’intervento a suo favore di Angola, Ciad, Namibia e Zimbabwe, le cui truppe hanno respinto l’offensiva banyamulenge. I ribelli e gli eserciti loro alleati hanno tuttavia stabilito il controllo su intere province del Nord del paese.
Nonostante la debolezza del regime di Kabila il Raggruppamento Congolese per la Democrazia (RCD), il fronte in cui si sono raccolte le opposizioni armate a Kabila, non è riuscito a ottenere apprezzabili risultati, anche per le forti divisioni nella sua leadership.
Nella primavera del 1999 gli scontri tra l’esercito governativo e le forze dell’RCD sono riprese con forza. In luglio, tuttavia, i rappresentanti dei paesi coinvolti nel conflitto definito anche per il coinvolgimento di diversi paesi “guerra mondiale africana”, si sono incontrati a Lusaka, dove hanno stabilito un cessate il fuoco al quale in settembre ha aderito anche l’RCD. Dopo diverse violazioni dell’accordo, nell’aprile 2000 è stata raggiunta una nuova tregua. Nonostante i ripetuti tentativi di mediazione attuati da diversi importanti esponenti politici africani, il conflitto nel tormentato paese africano, ha continuato a divampare soprattutto nel nord. Nel gennaio 2001, Kabila è stato ucciso in un oscuro tentativo di colpo di stato. Al suo posto pochi giorni dopo è stato nominato il figlio Joseph Kabila, un ufficiale delle forze armate.
 
La posizione della Diocesi di Uvira, sulle sponde del lago Tanganika, ai confini con Burundi e Ruanda, la pone in una zona strategicamente importante e quindi molto a rischio dal punto di vista della pace. La possibilità di passare i confini del paese fa sì che i may-may si rifugino e operino nella zona.
Attualmente, il presidente Kabila ha nominato quattro vicepresidenti che rappresentano diverse zone del Congo; tra essi c’è anche il rappresentante della zona dell’RCD per cui la regione si trova ora in una situazione di tranquillità che si spera perduri.
 
2.1.C Il Contesto Sociale
Le maggiori fonti di reddito per la popolazione sono la pesca, l’agricoltura ed i piccoli commerci, soprattutto con Burundi e Tanzania.
Le maggiori carenze infrastrutturali sono quelle scolastiche e sanitarie, inoltre anche la rete stradale è in condizioni precarie. Nella zona degli altopiani i Banyamulenghe vivono di pastorizia.
 
2.2 Contesto locale
La parrocchia di Mboko si trova sul lago tanganica a circa 60 Km a sud di Uvira ed è stata affidata ai due sacerdoti FD della diocesi di Uvira Don Fabio Varutti e Don Elia Leita. Prima della Guerra era stata retta dai missionari Saveriani tra i quali P. Robrto dal Forno, della nostra diocesi.
La popolazione vive prevalentemente di pesca e di agricoltura.
In questi ultimi due anni sta avvenendo il rientro delle popolazioni profughe soprattutto in tanzania a causa del recente conflitto.
 

3 Finalità

· Ripristinare le condizioni per un riavvio della vita sociale e comunitaria compromesse a causa del recente conflitto.
 
 

4 Obiettivi

· Riparazione e ripristino del Foyer della parrocchia
 
 

5 Azioni

Lo stabile viene utilizzato come centro di alfabetizzazione, per il catechismo, per riunioni comunitarie e per attività di vari gruppi.
È stato danneggiato dalla guerra e dal conseguente abbandono per oltre 10 anni; necessita pertanto di una ristrutturazione.
 
Consta di una costruzione lunga 36 metri e larga 6.5 metri, composta da tre aule lunghe 7,10 metri e larghe 5,90 mt. E da una sala riunioni di 9,90 per 5,90 mt. Vi sono inoltre due stanze più piccole adibite ad uffici di 3mt. Per 3 mt.
 
5.1 Rifacimento del tetto
Comprentde la sostituzione di tutte le capriate e la sostituzione di tutte le lamiere ondulate di copertura.
 
5.2 Rifacimento infissi
Comprende la sostituzione di 5 porte esterne in ferro e di 1 porta interna in legno e di nove griglie in ferro per le finestre.
 
5.3 Opere murarie
Le opere murarie comprendono:
· Riparazione dei pavimenti
· Restauro degli intonaci alle pareti
· Tinteggiatura interna ed esterna
 
5.4 Fornitura degli arredi
È necessario rinnovare i seguenti arredi:
· 4 tavoli
· 1 scrivania
· 10 sedie
· 80 panche a sedere
 

6 Metodologia

6.1 La Chiesa locale
Il vescovo, Mons. Jean Pierre Tafunga è al corrente del progetto e lo approva ma, a causa della ricostruzione generale della parrocchia purtroppo non è in grado di contribuire con fondi della diocesi al progetto.
 
6.2 La Comunità locale
La comunità locale collaborerà al restauro con del lavoro gratuito.
 
6.3 Le istituzioni
Non ci sono contributi da parte di istituzioni pubbliche o internazionali
 
6.4 La Chiesa di provenienza
Il progetto rientra nelle attività di cooperazione tra la diocesi di Uvira e quella di Udine.
 
 

7 Fasi temporali e durata del progetto

Il progetto deve necessariamente avere una data di inizio e di fine con un susseguirsi delle azioni previste in modo logico. Il semplice schema qui riportato può illustrare in modo sintetico ed efficiente l’andamento cronologico del progetto:
 
Tempi
 
 
 
Azioni mese 1 mese 2 mese 3 mese 4 mese 8
1 rifacimento del tetto
2 Rifacimento infissi
3 Opere murarie
4 Fornitura arredi
Rapporto finale
 

8 Risorse

8.1 Risorse umane
Tutte le figure professionali necessarie al lavoro sono reperibili sul posto
 
8.2 Risorse finanziarie
Il progetto verrà interamente finanziato dal CMD di Udine e da offerte finalizzate ai due FD.

9 Budget

 

10 Sostenibilità

Il Foyer e le attività che in esso si realizzeranno sono sostenibili dalla parrocchia di Mboko
 

11 Verifiche e valutazioni

La durata prevista dei lavori è molto limitata e non appena i lavori saranno completati si provvederà a dare opportuna documentazione al CMD di Udine
 
 
ALLEGATI
· Dichiarazione di approvazione dal vescovo o un suo delegato
· Dichiarazione di approvazione del superiore provinciale (solo per religiosi)
· Eventuali progetti di massima per costruzioni
· Altri allegati
 
 
 
 
 
 

 

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