08/2019 Makeni Holy Spirit Hospital Expansion of Lab & Phisio Project

Obiettivo del progetto:
Portare a termine la nuova costruzione dell’Ospedale, iniziata nel 2018, predisponendo i locali per ospitare il Laboratorio di analisi cliniche, la Fisioterapia, uno Studio Dentistico, il Deposito delle medicine e una Sala di riunioni per la formazione permanente del personale.

Contesto locale:

Masuba è un villaggio agricolo che si trova alle porte di Makeni, il capoluogo della provincia nord della Sierra Leone e del Bombali District. Con il crescere della città di Makeni questo villaggio, praticamente, è stato assorbito dalla città.
Nel 2011, subito dopo la sanguinosa guerra civile durata 11 anni, guerra che causò la morte di migliaia di persone, la mutilazione di molte altre e la distruzione di varie città, il Vescovo saveriano Giorgio Biguzzi considerò necessario costruire un piccolo ospedale per curare i feriti della guerra e le persone che non avrebbero avuto modo di accedere a cure mediche. Trovò un terreno disponibile a Masuba e lo comprò, con l’aiuto delle autorità locali che appoggiavano il progetto. Il suo piano includeva, inoltre che l’ospedale, un centro sociale con una sala polifunzionale e la chiesa parrocchiale. In quello stesso anno aveva eretto una nuova parrocchia, chiamata Holy Spirit Parish, con sede a Masuba ma che comprendeva vari villaggi. E’ una parrocchia davvero grande e la maggior parte della gente si dedica all’agricoltura.
La prima struttura costruita è stata il centro sociale, con una grande aula polivalente e alcune salette per le varie attività. In queste salette diede i primi passi il futuro ospedale, diretto da un medico locale, il Dr. Patrick Eugene Turay. Il centro sociale fu costruito con l’aiuto della Diocesi di Albano Laziale, del comune di Cesena, città natale di Mons. Biguzzi, della provincia di Forlì e del gruppo di volontariato San Giuseppe di Cesena.
Nel 2005 si inaugurò il nuovo ospedale, Holy Spirit Hospital, finanziato dalla Diocesi di Albano, una struttura che, col passare degli anni, è andata crescendo. Importante è stato l’intervento, nel 2011, della fondazione Don Gnocchi di Milano che, con dei fondi messi a disposizione dal Ministero degli Esteri italiano, ha costruito una nuova ala dell’ospedale con una moderna sala operatoria, specializzata in traumatologia e ortopedia. Nel 2012, considerando l’elevato tasso di mortalità di mamme e bambini durante il parto (la maggior parte delle donne partorivano in casa loro senza una adeguata igiene ed assistenza), con l’aiuto di una Onlus spagnola Atabal e con fondi messi a disposizione dal governo regionale di Extremadura, si iniziò la costruzione della maternità, edificio che fu terminato nel 2013. Questa struttura ha visto nascere centinaia di bambini, è una struttura che offre garanzie alle mamme, prima, durante e dopo il parto, e ai bambini che nascono. Oggi la maternità è un reparto molto apprezzato del Holy Spirit Hospital.
Nel 2014 il paese dovette affrontare l’epidemia dell’Ebola, furono anni molto difficili per il paese e per le strutture sanitarie. In Sierra Leone il virus dell’Ebola ha provocato la morte di più di 5,000 persone; questo è il dato ufficiale, ma c’è la certezza che i morti furono molti di più. Molte persone vennero in aiuto al Holy Spirit Hospital. Arrivò un team coordinato dai Camilliani e degli specialisti in malattie virali dell’Università di Tor Vergata, guidata dal prof. Vittorio Colizzi.
Con i fondi messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana dell’8 per mille, e dal Ministero degli Esteri italiano, attraverso la Onlus Dokita di Roma, il Holy Spirit Hospital fu dotato di un moderno laboratorio di analisi cliniche, capace di analizzare in sicurezza vari tipi di virus: era davvero un gioiello. In programma c’era anche di iniziare, con gli strumenti che già erano a disposizione del laboratorio, una banca di sangue, cosa che non esisteva ancora.
Il “MOLECULAR BIOLOGY AND IMMUNOLOGY LABORATORY” del Holy Spirit Hospital purtroppo andò in fumo: nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2016 un incendio distrusse tutto quello che c’era nel laboratorio e anche la struttura soffrì danni irreparabili. Fu davvero una gran perdita, una tragedia. In fumo sono andati anche il centro di fisioterapia e il deposito delle medicine. Nel 2018 si iniziò a ricostruire i locali incendiati.

 

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