Il progetto si pone due obiettivi:
recupero dei ragazzi analfabeti, poveri e iniziati alla devianza dai 7 ai 16 anni di etnia Rom, Jevgi, bianchi, il cui attuale modo di vivere non sopporta l’inserimento forzato nella scuola ,
Aiuto alle ragazze/i vittime di violenze e maltrattamenti in famiglia e nella società.
Paese : Albania
Località : ElbasanResponsabile e Referente:Sr. Maria Grazia Andretto ( Congregazione Suore Domenicane della Beata Imelda) Contesto generale:
L’Albania è una repubblica parlamentare dell’Est Europa che si affaccia sui mari Adriatico e Jonio con una superficie di 28.748 kmq. e una popolazione di 2.893.000 abitanti. La Capitale è Tirana. Ha fatto parte dell’Impero Ottomano sino al 28 novembre 1912. Monarchia sino al 1939 e Stato comunista rigidamente isolazionista dal 1946 al 1990. Dal 2006 è nella UE.
Attualmente il sistema socio-economico dell’Albania è quello di un paese in via di sviluppo che, dopo la fine del regime comunista, compie una difficile transizione verso un’economia di mercato. L’alto tasso di disoccupazione e la mancanza di investimenti, insieme alla carenza di ordine pubblico e sicurezza, alimentano la sfiducia verso il futuro ed una crescente criminalità nelle forme di: faide, traffico di droga, sfruttamento dei minori, traffico di donne e bambini. Nelle famiglie, alla povertà si accompagnano spesso l’abbandono della scuola e l’analfabetismo.
In particolare questa situazione è più grave nella zona Nord dell’Albania, la quale si è meno sviluppata economicamente durante il regime comunista e che continua ad esserlo anche oggi.
I giovani ricercano nell’emigrazione l’unica via d’uscita. In più centinaia di famiglie continuano a scendere dalle montagne del nord, dove le condizioni di vita sono disumane, cercando nelle città un futuro migliore. Invero in montagna mancano strutture, strade, certe zone sono inaccessibili, non esiste la sanità pubblica. A seguito di questo forte inurbamento, oggi Scutari, città principale del nord, conta più di 230.000 abitanti.
La popolazione è costituita per il 65% di cattolici e ortodossi e il 35% di musulmani. Si sostengono con le agricolture e i piccoli commerci. La povertà prevale e di conseguenza c’è una forte emigrazione di giovani che hanno finito 1’ottava classe, dopo i 14 anni. Sono molto frequenti i casi di anziani soli e di donne che educano da sole i figli e di bambini affidati ai nonni con le relative conseguenze psicologiche.
Le malattie più frequenti sono: malformazioni muscolo scheletriche congenite, ereditarie o dovute al parto; artrite reumatoide, dovuta alla grande umidità della zona a cui manca la canalizzazione dell’acqua; malnutrizioni gravi; casi di psicosi, anche nei giovani, come conseguenza dell’emigrazione; malattie dovute a mancanza di igiene; frequenti ustioni di bimbi. Nel paese convivono diverse etnie (bianchi albanesi, rom, Jevgj, provenienti dall’Egitto).
Contesto locale:
Peraltro la situazione politica ed economica non è stabile e gli attuali politici, educati dal regime totalitario, si lasciano sedurre dalla corruzione e dall’interesse privato, divenendo modello per la popolazione di ogni ceto e professione. Così il popolo può godere di limitate strutture sociali essenziali funzionali: scuole, ospedali, strade, acqua, luce e altro.
Obiettivo del progetto:
recupero dei ragazzi analfabeti, poveri e iniziati alla devianza dai 7 ai 16 anni di etnia Rom, Jevgi, bianchi, il cui attuale modo di vivere non sopporta l’inserimento forzato nella scuola ,Aiuto alle ragazze/i vittime di violenze e maltrattamenti in famiglia e nella società attraverso l’intensificazione di attività ben mirate al loro inserimento nella vita scolastica e sociale.
Per poter attuare il tutto vengono impegnati tre insegnanti elementari, una insegnante di lingua italiana, uno per il teatro, due per lo sport e due animatori per i giochi. Inoltre servono libri, quaderni, penne, matite e ogni altro materiale per allestire l’ambiente nei vari momenti di vita.
Costo del progetto:

